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Salute e Benessere
30 Aprile 2011
Il cuore delle donne.
Come sta il cuore delle donne? Per saperlo e prevenire problemi futuri abbiamo incontrato Alesandro Bonzano cardiologo presso l'Istituto di Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo
Il 2010 è stato dedicato, da alcune società mediche, alla prevenzione del danno cardiovascolare nelle donne. Fin dal 2009 la Società Europea di Cardiologia ha lanciato la compagna “Red alert for Women’s Heart” per aumentare l’attenzione delle donne alla diagnosi e alla prevenzione della malattia cardiovascolare.
Nel mese di novembre 2010, in oltre 450 farmacie, si è svolta la campagna della prevenzione cardiovascolare femminile denominata “Ci sta a cuore il cuore delle donne”, un progetto di Apoteca Natura in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna O.N.Da.
Dalla necessità di istituire un'efficace strategia di prevenzione è nato inoltre un vademecum dedicato alla 'Prevenzione dell'infarto del miocardio nella donna', frutto della collaborazione tra SPP-CNR e la Società italiana per la Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), di cui fanno parte cardiologi e internisti delle principali Università italiane.
Per parlare del cuore dele donne, abbiamo incontrato il dr. Alessandro Bonzano - Cardiologo della Fondazione Piemontese per l'Oncologia che gestisce la parte di assistenza Sanitaria e Ricerca Clinica dell'Istituto di Ricerca e Cura del Cancro di Candiolo in provincia di Torino.
Secondo lei è adeguata l’attuale attenzione della donna per la salute del suo cuore?
Le donne non hanno una reale consapevolezza del rischio cardiovascolare: esse dovrebbero preoccuparsi maggiormente del loro cuore. Spesso le donne tendono a sottovalutare i propri sintomi, indaffarate come sono nella loro vita piena di impegni. La cardiopatia Ischemica, che nel sesso maschile spesso si manifesta con sintomi chiari come l’angina pectoris, nella donna si presenta con sintomi più sfumati e con caratteristiche più difficili da interpretare.
Aiutiamo allora le donne a capire: ci può approfondire un po’ il discorso sui sintomi, benché sfumati. I campanelli d’allarme a cui le donne dovrebbero fare più attenzione?
I sintomi che devono insospettire e consigliare un controllo dal cardiologo sono quelli che compaiono sotto sforzo fisico: se a fare tre piani di scale non si avevano sintomi fino a poco tempo fa, e ora compare un bruciore al petto o una sensazione di peso o di stringimento che passa fermandosi, il sospetto di malattia coronarica è assai fondato. Se la persona è diabetica, i sintomi possono essere attenuati e manifestarsi con difficoltà di respiro da sforzo e non come dolore toracico. Anche la presenza di irregolarità del battito cardiaco soprattutto se persistenti anche dopo lo sforzo, meritano un controllo almeno con un elettrocardiogramma basale per escludere la presenza di alterazioni del ritmo come la fibrillazione atriale. Anche la perdita di coscienza improvvisa, che comporta caduta a terra, non va trascurata e va riferita innanzitutto al medico di famiglia, che potrà disporre i successivi approfondimenti.
Secondo lei perché le donne non si curano del proprio cuore? Forse pensano che l’infarto sia più maschile che femminile?
Esiste un timore diffuso per le malattie tumorali, in particolare per il tumore al seno, mentre la diffusione delle malattie cardiovascolari nelle donne è in costante crescita. Infatti, dopo i 50 anni il 40-50% delle morti totali è dovuto a malattie cardiovascolari, mentre il solo il 20% delle morti è secondario al totale delle malattie tumorali. L’infarto del miocardio in Italia uccide 3 volte più donne del tumore al seno. Lo scompenso cardiaco, sovente conseguenza di ipertensione e malattia coronarica, è presente nel 1% della popolazione generale in Italia, ma incrementa con l’età e ha una elevata mortalità a 5 anni (62% nelle donne).
A proposito delle malattie tumorali, dato che lei lavora proprio in un istituto per la cura del cancro. Ci può dire la connessione tra il cuore e la malattia tumorale in genere? E se c’è una differenza tra donne e uomini?
I tumori primitivi del cuore sono assai rari, sempre di rado si osservano metastasi a livello del pericardio o invasioni da parte di tumori del mediastino. Assai più importante per un cardiologo che lavora in un centro tumori è l’identificazione precoce della tossicità a livello cardiaco nelle pazienti sottoposte a chemioterapia. Alcuni farmaci, e tra di essi quelli che agiscono in modo mirato sul tumore, si legano ad alcuni recettori che sono presenti sia nelle cellule tumorali che in quelle cardiache e possono danneggiare il cuore in vario modo: di solito riducono in modo graduale la capacità di pompa del cuore, più di rado favoriscono la comparsa di liquido intorno al cuore, innalzano la pressione, alterano il ritmo cardiaco o provocano ischemie favorendo la formazione di coaguli o peggiorando le lesioni aterosclerotiche già presenti . In casi rarissimi i pazienti vanno incontro a danno importante e persistente, con una evoluzione verso la cardiomiopatia dilatativa. E’ assai importante riconoscere presto questo danno perché molto spesso è reversibile utilizzando i farmaci comunemente usati per trattare lo scompenso cardiaco o la malattia coronarica. Fortunatamente la frequenza di questa tossicità è bassa, ma il cardiologo con l’elettrocardiogramma, la visita e con l’ecocardiogramma può riconoscere il danno in una fase assai precoce, prima che dia sintomi, e far ricuperare il danno iniziale con una terapia specifica. In questo senso, non esistono grandi differenze tra i due sessi, salvo il fatto che le donne trattate per il tumore della mammella utilizzano spesso terapie potenzialmente cardiotossiche, mentre i maschi avendo altri tipi di tumore hanno differenti manifestazioni di tossicità utilizzando differenti farmaci.
Quando la donna deve effettuare i controlli dal cardiologo?
Un fattore importante è la predisposizione genetica: se il padre ha avuto un infarto miocardico o se un parente di primo grado ha avuto una morte improvvisa in giovane età, sotto i 40 anni, la donna deve effettuare un controllo dal cardiologo per capire se ha ricevuto in eredità dai genitori una ipercolesterolemia o cardiopatie ereditarie.
Le donne che non ricadono nella casistica da lei appena detta, devono comunque fare dei controlli o degli esami periodici e da quale età?
La prevenzione cardiovascolare comporta l’identificazione dei fattori di rischio coronarico e il loro trattamento se presenti, sostanzialmente a qualunque età: ipertensione arteriosa, colesterolo e/o trigliceridi alti, abitudine al fumo, disordini della coagulazione, sovrappeso, diabete devono essere trattati dapprima con terapia non farmacologica (dieta, esercizio fisico) e, se a controlli successivi, non sono ancora corretti, con farmaci.
Al momento della menopausa come deve comportarsi la donna?
Un momento delicato della donna è il periodo della menopausa: infatti la protezione dagli eventi cardiovascolari dovuta agli ormoni estrogeni che preserva la donna durante l’età fertile viene meno, e il rischio diventa gradualmente simile a quello dei maschi.
Controverso dal punto di vista vascolare è il trattamento sostitutivo ormonale dopo la menopausa: il consiglio è di effettuare una valutazione accurata presso il proprio ginecologo del profilo di rischio prima del trattamento, in modo da fare un attento bilancio tra i benefici e i rischi di tale terapia. I benefici includono il miglioramento dei sintomi a volte assai invalidanti e la prevenzione delle fratture da osteoporosi e del tumore colonrettale. I rischi includono un aumento di incidenza di cardiopatia ischemica, ictus ed eventi tromboembolici.
Con la menopausa si manifesta la comparsa di ipertensione, di alterazioni del metabolismo del colesterolo e della glicemia, di incremento del peso, di aritmie come la fibrillazione atriale.
Ci sono dei comportamenti a rischio su cui si può agire preventivamente?
In Italia il 21% delle donne sono fumatrici, con punte fino al 25% al Centro Italia. La presenza di una abitudine come il fumo di sigaretta diventa assai pericolosa soprattutto in concomitanza di assunzione di pillola anticoncezionale e/o di trattamenti ormonali, per le possibili conseguenze sulla coagulazione del sangue, con conseguenti trombosi o eventi embolici. Questo fatto è assai rilevante dato il crescente numero di teenager fumatrici, in cui va scoraggiata con forza l’abitudine al fumo.
Molti fattori di rischio coronarico sono correggibili (abolizione del fumo, correzione del peso, trattamento dell’ipercolesterolemia, dell’ipertensione o del diabete) in modo da evitare di andare incontro a eventi anche molto gravi:
Su cosa occorre insistere in modo particolare?
La donna, spesso incastrata tra lavoro e esigenze di famiglia, sempre di fretta, rischia spesso di trascurarsi e non riesce a praticare quel minimo di attività fisica che le garantirebbe un miglioramento del tono muscolare, una correzione graduale del peso, un miglioramento del profilo del metabolismo lipidico e glicidico, oltre che una gradevole sensazione di fatica fisica. Questa sarebbe la principale modalità di attuale la Prevenzione delle malattie cardiovascolari, ossia evitare che la malattia si presenti; non conviene aspettare l’infarto miocardico o l’ictus per cominciare quel minimo di movimento che serve di prevenzione.
In Italia, il 46% del sesso femminile non pratica attività motoria e il numero aumenta con l’età. Il 48% delle donne in menopausa non svolge esercizio fisico, rischiando sovrappeso e obesità. Inoltre il diabete nelle donne è un fattore di rischio più importante, per cui la correzione dei restanti fattori di rischio quando la donna è diabetica è una priorità.
Nel 95 l’American College di Medicina dello Sport pubblicò le raccomandazioni per la salute pubblica, affermando che ciascun adulto dovrebbe eseguire 30 minuti o più di attività fisica al giorno di intensità almeno moderata, anche intermittente, (camminare a passo svelto, esercizi di stretching e di resistenza) da aumentare come durata se l’obbiettivo è anche la perdita di peso.
Qualche anno fa tutti facevano jogging, ma le cronache hanno anche riportato diversi “incidenti di cuore” . Tra le moltissime attività fisiche che si possono fare, quali sono quelle più specifiche per allenare il cuore delle donne a stare bene? E’ giusto dire che siano meglio le aerobiche da quelle anaerobiche?
Ai fini della prevenzione sono preferibili esercizi di stretching e di resistenza, quindi aerobici. Gli incidenti durante jogging sono conseguenza del fatto che i test per diagnosticare la malattia coronarica (elettrocardiogramma da sforzo, ad esempio) identificano solo l’80-85% dei malati, per cui una parte sfugge alla diagnosi e può andare incontro a problemi. Anche ai fini di un consumo maggiore di grassi sono consigliabili gli esercizi aerobici, mantenendo la frequenza cardiaca tra il 55% e l’85% della frequenza cardiaca massimale, che si calcola sottraendo la propria età a 220. L’attività anaerobica non è consigliabile in questo ambito perché riservata a chi è già allenato e vuole migliorare la performance atletica.
Elena Vaccarino
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Formazione di laureati in medicina e di laureati in psicologia che scelgano di proseguire la loro formazione in psicoterapia, secondo la psicoanalisi freudiana orientata dall'apporto teorico-clinico datole da Jacques Lacan. Istituto riconosciuto dal MIUR con DM 25.11.2011.Casa Ubaga, un luogo nell'entroterra ligure dove circolano saperi in condivisione
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