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Psicoanalisi Oggi

L'attualità della psicoanalisi
A cura di Rosa Elena Manzetti con la collaborazione di Mary Nicotra

Psicoanalisi Oggi

05 Novembre 2012

Amore e psicoanalisi, Separazioni

Per trattare il tema della separazione, prenderò spunto da quelli che Lacan identifica come i due momenti fondamentali della realizzazione del soggetto: alienazione e separazione.

 

 

Si tratta innanzitutto di due operazioni logiche che Lacan formula e formalizza per dire ciò che accade tra S e A. Occorre precisare come l’A simbolico, con l’iniziale maiuscola, non sia il simile, il compagno di vita, ma è piuttosto presente ogni volta che mi metto in relazione con qualcuno; quando parlo con qualcuno, quando entro in un discorso, l'A è già lì, è all’orizzonte di quel discorso.

Il primo A è rappresentato dalla madre in quanto portatrice di un desiderio.

Non c’è un rapporto di simmetria tra S e A, non c’è una reciprocità; ciò, però, non significa che queste due operazioni non implichino una circolarità, vale a dire che si producano dei movimenti di S verso A, per ritornare nuovamente su S.

Ciò che è importante sottolineare è che S non è mai un’entità a sé stante, ma ciò che accade a livello di S, ciò che si può produrre o meno nel campo di S – fosse anche la sua stessa esistenza di S in quanto tale – è strettamente correlato a ciò che accade a livello dell’A.

S nasce nel campo di A, e, proprio perché nasce nel campo di A, è assai difficile reperire la sua determinazione. Vale a dire che non è S ad auto-determinarsi.

Quando per esempio un paziente porta in colloquio un sogno, S può collocarsi in differenti punti del sogno, può occupare un posto piuttosto che un altro. Questo per dire che non c’è mai una determinazione univoca di S.

A dunque precede S. Possiamo pensare al fatto che un bambino, prima ancora di venire al mondo, prende posto nel discorso dei genitori (è auspicabile che accada così), i quali dovranno decidere che nome dare al nascituro, staranno lì a pensare e a fantasticare se sarà un maschio o una femmina, se saranno in grado di fare i bravi genitori, ecc. Si nota come l’A simbolico, di cui la madre è la prima a farne le veci, è lì in primis per assegnare un posto a S, nonché per dare a S un senso intorno al suo essere.

L’alienazione è dunque quell’operazione che, metaforicamente parlando, porta S ad andare verso A, a dirigersi verso A, perché è in A che può trovare quel significante che potrebbe dire, cioè dare senso al proprio essere.

S si alienerebbe dunque in A per prelevare quelle insegne identificatorie, quelle insegne cioè che forniscono un’identità a S. La cosa però è molto più complicata poiché – e faccio riferimento in particolare alle nevrosi – l’io, vale a dire ciò che definisce l’identità di S, non è identico a se stesso. Ci sono diversi modi per declinare questa affermazione, e, fra l’altro, è proprio nel punto in cui si fa esperienza della non-identità con se stessi, che si può aprire la possibilità di una psicoanalisi.

L’esempio è quello di un S che ha una pratica perversa, che incontro da qualche mese. Lui all’inizio non è venuto per trattare questa questione, ma per un’altra difficoltà legata al pensiero. 

A un certo punto, un punto importante nella cura, si produce un nuovo riannodamento, e dice: “Credo che questo mio disturbo del pensiero sia in relazione, dipenda dal mio interesse particolare. Ci sono stati dei momenti nella mia vita, come mi capita ora, in cui avrei voluto costruire una relazione affettiva con una donna o con un uomo, ma questo mio interesse particolare è sempre stato un ostacolo”. 

Si coglie come S, che fa un lavoro di elaborazione molto importante, in particolare nel campo della sessualità e della sua posizione sessuale, arriva a rendersi conto che la sua identità sessuale, ossia ciò che lui credeva essere la sua identità sessuale, non si risolve tutta in quella pratica perversa, che lui non è identico a quella pratica, ma c’è dell’altro, c’è un desiderio che va altrove. Il problema del pensiero con il quale S era arrivato si stempera, passa in secondo piano.

Quand’è che si produce la separazione? S, nel suo andare verso A, incontra una mancanza, che la si voglia accettare oppure no: A non è in grado di dire tutto su S. Questo, seppure possa essere molto difficile da accogliere, è ciò che può aprire a S la possibilità, la chance, di percorrere la sua strada orientato dal proprio desiderio. A partire dall’esempio clinico si osserva come S, che prima era fissato al suo piccolo godimento perverso, che gli faceva provare disgusto alla sola idea di poter baciare un’altra persona, gli si apra davanti un mondo nuovo, un desiderio antico che sembrava sopito si rianima, e S può cogliere che forse nella vita c’è qualcosa in più, di cui prima non voleva saperne nulla.

Stefano Avedano

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