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23 Gennaio 2013

Dal triangolo rosa a una panchina triangolare rosa

In ricordo delle vittime omosessuli delle persecuzioni nazifasciste

Dal triangolo rosa a una panchina triangolare rosa

Il Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà di Torino dedica il Giorno della Memoria, 27 gennaio 2013, alle vittime omosessuali nei campi di concentramento con l’inaugurazione della “panchina rosa triangolare” progettata da Corrado Levi e da lui donata al Museo.
Ma perchè una panchina triangolare rosa? Il collegamento storico lo spiega Roberto Emprin del Servizio GLBT della Città di Torino
"Un triangolo di stoffa rosa cucito sul vestito era il segno che identificava le persone deportate nei Lager nazisti a causa della loro omosessualità.
Questo triangolo è diventato il simbolo della lotta di liberazione dei gruppi lgbt (lesbici, gay, bisessuali e transessuali) in tutto il mondo, a memoria del più orribile tentativo di eliminazione di massa che le persone omosessuali hanno subito nella storia.
L’omosessualità era reato in Germania da prima dell’avvento del nazismo; il paragrafo 175 del codice penale prussiano del 1871 prevedeva la reclusione per la cosiddetta “fornicazione innaturale”.
L’articolo fu aggravato nel 1935 dal nazismo che considerava l’omosessualità come una delle peggiori componenti della società “degenerata”.
Nel 1936 fu creato “l’Ufficio centrale del Reich per l’eliminazione dell’omosessualità e dell’aborto”.
Heinrich Himmler il 18 febbraio 1937 tenne un discorso segreto ai generali delle SS sui “pericoli razziali e biologici dell’omosessualità”, con l’obiettivo di avviarne la definitiva eliminazione.
Tra il 1933 e il 1944, circa 100.000 persone furono condannate in base al paragrafo 175. Circa 15.000 furono deportati nei campi, dove il tasso di mortalità fu pari al 60% e dove molti omosessuali furono oggetto dei cosiddetti “esperimenti scientifici”.
Gli studiosi sono concordi nel considerare queste stime come prudenziali, essendo andata perduta molta  documentazione originale.
Anche le donne omosessuali furono deportate nei Lager. A loro veniva assegnato il triangolo nero, simbolo degli internati per reati comuni. La storia di questa specifica persecuzione è difficilmente ricostruibile, anche perché il paragrafo 175 era applicato solo agli uomini.
Nessun italiano fu deportato nei campi di concentramento nazisti a ragione della propria omosessualità. Il codice penale italiano non prevedeva alcun reato connesso al comportamento omosessuale perché, secondo il regime fascista, l’omosessualità in Italia “non esisteva”.
Gli storici hanno però ricostruito la storia di circa 80 persone omosessuali condannate al confino tra il 1925 e il 1945
."

La “Panchina Rosa Triangolare” è il primo monumento che la città di Torino dedica alle vittime omosessuali
delle persecuzioni nazifasciste, e tra i pochi presenti sul territorio nazionale.
L’evento inaugurale, domanica 27 gennaio, sarà accompagnato dai canti del Coro La Gerla e da approfondimenti tematici a cura del Coordinamento Torino Pride Lgbt (interverrà Angela Mazzoccoli),
dell’architetto Corrado Levi e dello storico Claudio Vercelli.
La giornata avrà inizio alle ore 15,30 con i canti del Coro La Gerla presso il porticato del Museo.
A seguire alle ore 16,00, nella sala conferenze, gli enti sostenitori, l’architetto Corrado Levi e lo storico Claudio Vercelli dialogheranno con il pubblico sulla vicenda degli omosessuali nei campi di concentramento.
Infine alle ore 17,00 si inaugurerà la “panchina rosa triangolare” nel cortile del Museo, con canti finali
del Coro La Gerla.
Interverranno inoltre le Assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Torino e della Città di Torino.  All’evento ha collaborato il Servizio Lgbt della Città di Torino.
L'ingresso è libero fino ad esaurimento posti. E' consiglaibile presentarsi mezz'ora prima dell’inizio per ritirare l’ingresso gratuito che consentirà l’accesso alla sala conferenze.
La “panchina rosa triangolare” è stata progettata da Corrado Levi nel 1989 per ricordare le vittime omosessuali nei Lager nazisti. Presentata al PAC di Milano, alla fiera Abitare il tempo e alla GAMEC di Bergamo, è stata donata dall’autore al Museo. Sullo stesso tema, nel 1990, Corrado Levi ha progettato, insieme al Collettivo R.O.S.P.O., Assonanze, installazione permanente presso il parco Cassarini di Bologna.
Per tutta la giornata, fino alle 18,00, saranno visitabili l’allestimento permanente del Museo e la
mostra temporanea “Disegni di prigionia. Luigi Carluccio 1943 – 1944 – 1945”.
Per info:
www.museodiffusotorino.it -  011 4420780

Elena Vaccarino

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