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Intercultura e pari opportunità

Le donne del mondo, i pari diritti, la pari dignità

Intercultura e Pari Opportunità

13 Novembre 2011

"Ragazze fra scuola e lavoro"

I risultati di una ricerca della Commisione Pari Opportunità del Veneto

Oltre il 45% delle ragazze, e il 40% dei ragazzi, ritiene che essere donna comporti limitazioni e/o discriminazioni nel lavoro e, allo stesso modo, il 64% di loro (come anche il 59,1% dei ragazzi), sostiene che essere uomo comporti facilitazioni e agevolazioni. E ancora, oltre l’80% delle ragazze segue i modelli trasmessi dalle figure familiari adulte, secondo cui le donne che sopportano i carichi domestici sono quasi la totalità. Questi Sono solo alcuni dei dati emersi da una ricerca presentata a Venezia il 26 ottobre scorso dal titolo “Ragazze in Veneto fra scuola e lavoro”, promossa dalla Commissione regionale Pari opportunità e condotta da Ires Veneto su un campione ristretto di ragazzi e ragazze delle classi terze di istituti statali professionali e di centri di formazione professionale.
La ricerca ha indagato un segmento specifico di ragazzi, italiani e stranieri, che frequentano scuole formativo/professionali e che di conseguenza sono più propensi alla ricerca di un lavoro subito dopo il diploma, al contrario dei coetanei che frequentano i licei.
In particolare l’obiettivo della ricerca era quello di capire come le giovani studentesse vivano questa fase formativa e il passaggio dall'esperienza scolastica al mondo del lavoro, e ancora come immaginano il loro futuro professionale e la vita lavorativa.

Simonetta Tregnago, presidente della Commissione regionale Pari opportunità punta sul diritto allo studio e l’accesso al mercato del lavoro perché ritiene che queste siano le due condizioni basilari di pari opportunità tra uomo e donna. Le donne poi, per ottenere maggiore reddito, autonomia e quindi più parità con gli uomini, devono avere un titolo di studio oltre la scuola dell’obbligo.

E proprio in tema di pari opportunità il : «È un dato – dice la Tregnago - che ci chiede di intensificare ancor più l’impegno verso le giovani generazioni, ambito che come Commissione già ci vede attivi con iniziative educative mirate».

E proprio in tema di pari opportunità il sondaggio rivela quanto le istituzioni debbano ancora fare molto, per educare, informare e coinvolgere i cittadini e soprattutto le donne. Sì, perché sono proprio loro, a cui sono rivolte maggiormente queste politiche, ad essere le meno informate. A dimostrarlo è il disarmante risultato del sondaggio. Il 92,5% delle studentesse intervistate, contro il 90,8% dei coetanei maschi, dichiara di non conoscere l’esistenza di organismi nazionali e internazionali dedicati alla loro promozione. L’ignoranza comunque governa sovrana perché i dati sia al femminile che al maschile comunque arrivano al 90% e se si guardano le percentuali per genere degli intervistati il dato al femminile peggiora ancora.

262 in tutto gli alunni coinvolti, tre le province selezionate: Treviso, Venezia e Vicenza; il campione degli istituti, individuato per l’alta concentrazione femminile, è composto per il 72,1% da ragazze e per il 27,9 % da ragazzi, il 75% dell’intero campione è italiano.
Tra gli altri dati significativi, emerge che il 60% delle ragazze concepisce l’istruzione secondaria come strumentale per l’ingresso nel mondo del lavoro, il 13% come l’occasione per ampliare la propria cultura generale e il 6,3% come una tappa nel percorso di studi.
Dopo la scuola circa il 65% delle ragazze e il 57,4% dei ragazzi cercherà subito un’occupazione, anche se in successive interviste individuali effettuate su alcune ragazze, si nota un certo “smarrimento” per le esperienze di discontinuità scolastica e per la mancanza di strumenti e risorse per definire le prospettive future: fatto che evidenzia l’importanza di sviluppare azioni di orientamento e di accompagnamento alle loro scelte scolastiche e lavorative e di sostenere un’educazione alla progettualità personale, anche se si evince che le problematiche legate alla scelta scolastica e ai progetti lavorativi non sono correlabili esclusivamente al genere e alla nazionalità.

Nel settore lavorativo le studentesse ritengono che per una donna sia molto importante l’aspetto attraente, in linea con l’attuale imperante “cultura dell’immagine”. Ragazze e ragazzi di qualsiasi nazionalità concordano comunque sull’importanza di un aspetto fisico attraente anche per quanto riguarda l’uomo.
Il doppio delle femmine (il 51,7%) rispetto ai maschi (26,1%) preferisce il lavoro al successo e al denaro; in modo omogeneo tra i sessi, il lavoro è considerato, nell’ordine, un mezzo per guadagnare, per raggiungere l’autonomia e un’occasione di realizzazione personale.

Elena Vaccarino

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