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Generi, ruoli, disorientamenti

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14 Ottobre 2011

Lettera al Signor Arcivescovo

Gentile Signor Arcivescovo, abbiamo preso visione, con enorme stupore ed allarme, di una lettera firmata dal Centro cattolico di Bioetica dell'Arcidiocesi di Torino, indirizzata al Presidente del Consiglio regionale del Piemonte

 nella quale, in merito alla proposta di legge n. 79 in materia di lotta alle discriminazioni, si afferma che “ … Né, stante la libertà di ricerca, venga discriminato, censurato o ostacolato (anche nell’accesso a eventuali finanziamenti) chi con metodo scientifico coltiva la tesi che l’omosessualità sia curabile”.
Tralasciando tutti gli altri punti della lettera ampiamente discutibili, urge soffermarsi sulla frase citata perché sotto le mentite spoglie di una dichiarazione di libertà, cela ben peggiori realtà di ignoranza e pervicacia ideologica, con la conseguenza di pregiudizio e discriminazione che l’accompagna.
Continuare ad affermare oggi, nel 2011, che c’è qualcuno che sta studiando “con metodo scientifico” la possibilità di curare l’omosessualità equivale a sostenere che sia possibile che qualcuno possa studiare “con metodo scientifico” l’inesistenza dei campi di sterminio o la teoria che il sole giri intorno alla terra. Queste posizioni sono pure forzature, che tutti coloro che praticano scienza (od anche solo il senso comune e l’osservazione della realtà) hanno da tempo abbandonato a coloro che per cieco ideologismo, vogliono continuare a credere che i campi di sterminio non esistono, il sole giri intorno alla terra e l’omosessualità sia una malattia. Non è un caso che nel mondo questo tipo di posizione è rimasto appannaggio unicamente dei peggiori regimi totalitari.
Se si trattasse solo del rigurgito di singoli che non intendono accettare la realtà, ci sarebbe solo da sorridere. Purtroppo l’infondata tesi sta scritta su carta intestata dell’Arcidiocesi che, in questo modo, contribuisce ad aggiungere ignoranza e sofferenza nei confronti delle migliaia di adolescenti e delle loro famiglie che credono nel magistero della Chiesa e cercano di vivere appieno la propria identità.
Questa, infatti, è la parte peggiore di quella lettera: non è infatti l’ignoranza che ci stupisce, e nemmeno il pregiudizio, quanto la cattiveria spacciata per bontà, il perverso relativismo spacciato per libertà di espressione, il pregiudizio ideologico
nascosto dietro il “metodo scientifico”.
Signor Arcivescovo, forse sarà stato informato che nel 2006, anno in cui si svolse il Pride nazionale a Torino, il Coordinamento Torino Pride lgbt iniziò un confronto serio con i rappresentanti di tutte le confessioni religiose. Particolare rilievo ebbe l’incontro con il cardinal Poletto, primo Cardinale italiano ad incontrare delegazioni ufficiali di gruppi di gay, lesbiche e transessuali. Da quell’incontro nacque un lavoro di confronto e scambio molto proficuo con alcuni autorevoli rappresentanti della Curia: noi e loro abbiamo sempre creduto nel dialogo e nel confronto, come unica strada per comprendere e, magari, cambiare vecchie, polverose e dolorose prese di posizione. Quel lavoro diede anche qualche frutto che, secondo noi, è rilevante non solo per la comunità di persone omosessuali cattoliche. Questa posizione rischia di cancellare anni di pazienza e di lavoro, in nome, peraltro, di non si comprende quale diritto.
Come forse saprà dal 26 al 30 ottobre prossimi Torino ospita la XV Conferenza annuale di ILGA-Europe, la federazione che accoglie tutti i gruppi di gay, lesbiche e transessuali in Europa. Un evento di grande rilievo politico e sociale che, forse per questo, ha ottenuto il patrocinio del Ministero delle Pari Opportunità, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, oltre che del Comune di Torino e della Provincia di Torino.

Il 21 ottobre prossimo, proprio in vista della Conferenza, abbiamo organizzato una iniziativa pubblica in Piazza Vittorio, dalle 19 alla mezzanotte, dove presso alcuni locali che si sono offerti di ospitare le nostre associazioni si potrà discutere e informarsi sulla realtà lgbt italiana e torinese, e su quali sono i diritti che a tutt’oggi sono negati. Il titolo della serata richiama il titolo della Conferenza ”Traditional value and human rights: clash or dialogue?”. Ecco, a noi pare che la lettera citata sia ancora dalla parte del clash, dello scontro, della chiusura dialettica.


Noi continuiamo a pensare che invece il dialogo non sia solo utile, ma necessario.
Quindi la invitiamo a partecipare alla serata: avremo modo di accoglierla e parlare della nostra vita vera, senza le falsità che pseudo scienziati continuano a promuovere.
 
Presidente Coordinamento  To Pride
Andrea Fino
 
Vice Presidente Comitato ILGA-Europe
Roberta Padovano
 

Andrea Fino - Coordinamento Torino Pride - Roberta Padovano Vice-Presidente Ilga Europe

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