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Attualità e Società
07 Giugno 2011
Il 12 e 13 giugno andiamo a votare quattro sì per la vita
Via libera definitivo anche dalla Corte Costituzionale per il quesito referendario sul nucleare. Il nostro Presidente della Repubblica è un elettore che fa il suo dovere. L'acqua non ha colore, le radiazioni non hanno colore.
Via libera definitivo anche dalla Corte Costituzionale per il quesito referendario sul nucleare, che ha deciso di considerarlo ammissibile. Il comitato "Vota Sì per fermare il nucleare", formato da circa 80 associazioni, così commenta il giudizio della Corte Costituzionale: "Dalla Consulta arriva l’ennesimo e definitivo stop alle pretese di un governo che con una mano lascia libertà di voto e con l’altra cerca con ogni mezzo di sabotare il referendum. Ora la parola passa ai cittadini”. “Dopo i dubbi strumentali avanzati dai nuclearisti sul nuovo quesito – afferma il Comitato – oggi si compie un altro decisivo passo verso il quorum adesso pretendiamo che l’informazione pubblica e quella privata facciano sapere ai cittadini che domenica e lunedì, coi quesiti su acqua e nucleare, si decide della loro sicurezza e del loro futuro”.
Il nucleare e l'acqua non dovrebbero avere un colore politico, perchè il primo è un bene universale che non deve essere oggetto di businness; per quanto riguarda il secondo responso referendario può condizionare la nostra vita e ancora di più quella delle generazioni future.
Senza dubbio l'Italia ha bisogno di una nuova politica energetica che vada verso le energie rinnovabili, fino ad oggi quella adottata è stata di aumentare le importazioni di combustibili fossili, i quali provocano anch'essi danni molto gravi all'ambiente e alla salute.
Ma l'energia nucleare non è la soluzione, ne è convinto tra gli altri Vincenzo Balzani, professore di chimica all'Università degli Studi Bologna, che afferma: "Le argomentazioni presentate dal Governo e dall'ENEL a favore del nucleare sono, per la massima parte, miti facili da sfatare, mentre una ricerca approfonditamostra che l'opzione nucleare è non solo economicamente irragionevole, ma anche tecnicamente molto problematica e socialmente inopportuna.
Ci viene detto, ad esempio, che l'energia nucleare è in forte espansione in tutto il mondo e che, quindi, non si capisce perché non dovrebbe essere sviluppata in Italia.Si tratta, però, di un'informazione smentita dai fatti. Da vent'anni il numero dicentrali nel mondo è sostanzialmente stabile attorno alle 440 unità e nei prossimianni le centrali nucleari che saranno spente per ragioni tecniche o economiche sonoin numero maggiore di quelle che entreranno in funzione. In Europa la potenzaelettrica delle centrali nucleari è scesa dal 24% nel 1995 al 16% nel 2008 el'energia elettrica prodotta col nucleare nel mondo è diminuita di 60 TWh dal 2006al 2008. Il declino del nucleare non è dovuto a paure per la sicurezza degli impianti,ma semplicemente al fatto che esso non è economicamente conveniente in unregime di libero mercato. Se le casse statali non garantiscono la copertura degli enormi costi dell'intero ciclo industriale, in particolare quelli a monte e a valle (costruzione, sistemazione delle scorie e dismissione), nonché la copertura assicurativa nelle eventualità di incidenti gravi, nessuna impresa privata è disposta a investire in progetti a cui sono connessi rischi di varia natura, a cominciare dall'incertezza assoluta sui temoi di realizzazione.
Si dice anche che lo sviluppo dell'energia nucleare è un passo verso l'indipendenza energetica del nostro Paese. Premesso che le quattro centrali previste nel piano de lGoverno produrrebbero solo il 14% dei consumi elettrici, corrispondenti ad un modesto 3,2% dei consumi energetici finali italiani, bisogna ricordare che il nucleare usa come combustibile l'uranio, una risorsa che non è presente né in Italia, né neglialtri Paesi europei. Quindi, nella misura in cui il settore elettrico si volesse liberaredalla dipendenza dei combustibili fossili utilizzando energia nucleare, finirebbe per entrare in un'altra dipendenza, quella dell'uranio, anch'esso da importare come i combustibili fossili".
Infine non si deve dimenticare il problema delle scorie radioattive, problema che non si può definire secondario. Durante una delle pochissime trasmissioni Rai, in cui si è dibattuto sul problema nucleare, naturalmente AnnoZero di Santoro, il senatore Ignazio Marino si è detto indignato per l'abrogazione a tempo della maggioranza che si dà un anno per ripensare al nucleare e poi ricominciare tutto da capo. Ma sul tema delle scorie ha affermato che "Il premio Nobel Carlo Rubbia che si occupa di fisica nucleare sostiene che ad oggi non esiste un sistema sicuro per stoccare le scorie radioattive e allora è da irresponsabili, irresponsabili nella nostra generazione andare verso il nucleare e creare un problema che sarà lì per milioni di anni".
Il nostro Presidente della Repubblica è un elettore che fa sempre il suo dovere, anche noi come cittadini dobbiamo fare il nostro ed andare a votare il 12 e 13 giugno per arrivare al quorum, ma forse possiamo anche fare di più, attivarci perchè i nostri amici, colleghi e vicini di casa vadano anche loro.
L'acqua non ha colore, le radiazioni non hanno colore. L'acqua è vita e deve essere di tutti, le radiazioni nucleari al alti livelli portano morte, malformazioni e malattie per noi e tutte le generazioni a venire.
Prima Chernobyl ed oggi il disastro nuclare in Giappone sono lì a testimoniare il risvolto della medaglia dell'energia nucleare e tutti noi dovremmo trarne insegnamento.
A proposito di acqua, vi invito ad andare a vedere questo bel video fatto da un gruppo di volontari che spiega perchè andare a votare Sì per l'acqua pubblica il 12 e 13 giugno prossimi.
http://youtu.be/oG1V9lus9Rw
Elena Vaccarino
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Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano.
Formazione di laureati in medicina e di laureati in psicologia che scelgano di proseguire la loro formazione in psicoterapia, secondo la psicoanalisi freudiana orientata dall'apporto teorico-clinico datole da Jacques Lacan. Istituto riconosciuto dal MIUR con DM 25.11.2011.Casa Ubaga, un luogo nell'entroterra ligure dove circolano saperi in condivisione
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