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Attualità e Società

11 Gennaio 2011

Un pube al mese per pubblicizzare un consorzio di conciatori

L'ultima opera di creatività di Oliviero Toscani abbatte la dignità delle donne.

Un pube al mese per pubblicizzare un consorzio di conciatori

E' arrivato in redazione il comunicato stampa che denuncia l'ultima idea di Oliviero Toscani, un bel calendario che mette in bella mostra un pube per ogni mese dell'anno. Man mano che leggevo il testo ho pensato che non poteva essere, che forse qualcuno si era divertito a mandare un pesce d'aprile anzi tempo.
Qui non si trattava di grande immaginazione e cratitività, ma di immenso cattivo gusto fuori da ogni immaginazione per un paese come l'Italia, come poteva essere che a qualcuno venisse questa idea? E come poteva essere che il cliente lo lodasse a tal punto da realizzarlo? E invece purtroppo è tutto vero, ogni giorno cadiamo sempre più in basso, il comunicato denuncia della Lista di Cittadinanza di Firenze perUnaltracittà, non è uno scherzo di cattivo gusto, ma il tentivo di denunciare lo stato delle cose perchè le Associazioni delle Donne, Comitati di pari opportunità ed Osservatori contro le pubblicità offensive delle istituzioni italiane si esprimano al riguardo.
Le parole di Francesca Conti ed Ornella Zordo commentano in modo puntuale e del tutto condivisibile il calendario e l'evento per presentarlo:
"Vera pelle conciata al vegetale", ecco cosa sono le donne in Italia oggi. Oliviero Toscani, fotografo noto per le campagne pubblicitarie del gruppo Benetton negli anni '80 e il consorzio dei conciatori di Ponte a Egola danno il loro contributo all'abbattimento della dignità delle donne in atto da molti anni nel nostro paese, grazie ad un calendario che presenta un pube al mese.
Ormai da lungo tempo pubblicitari invecchiati e in crisi di creatività non trovano di meglio che corpi femminili esibiti, quando non brutalizzati, per pubblicizzare qualsiasi tipo di prodotto: dalle mattonelle ai pannelli solari. Del resto, la maggioranza dei maschi bianchi, eterosessuali e anziani che rappresentano la decandente e incapace classe dirigente italiana sembrano non riuscire più a vedere nelle donne nient'altro che corpi, se non addirittura parti di corpo.
Come possono persone adulte e  responsabili non vedere che la riduzione delle donne a corpo, ormai quasi sempre privato di un volto e di una testa, rappresenta una sorta di violenza virtuale che porta dritti alla violenza vera? Come si può non riuscire a capire che l'immagine di una donna ridotta esclusivamente a pezzi di carne apre la porta allo stupro, alle lesione e all'omicidio di donne vere e dotate di pensiero? La parte per il tutto della pubblicità diventa una sorta di sineddoche della violenza.
Un messaggio come quello del calendario dei conciatori di Ponte a Egola non è più una provocazione, (Toscani ripete da 30 anni le stesse provocazioni) ma soltanto anacronistica irresponsabilità. Riteniamo inaccettabile che venga realizzato un calendario come questo nel nostro territorio, da sempre attento ai diritti e alla dignità delle donne, tanto che nella seduta dedicata alla giornata contro il femminicidio celebrata in tutto il mondo il 25 di novembre è stata approvata all'unanimità a mozione N. 1085/2010 “Adesione alla campagna UDI per contrastare la pubblicità offensiva della dignità delle donne” proposta dai gruppi consiliari perUnaltracittà, Gruppo Spini per Firenze e Sinistra Ecologia e Libertà con la quale il Consiglio comunale si è impegnato a non permettere l'affissione nel territorio fiorentino di quelle campagne pubblicitarie dove la dignità della donna è calpestata.
Giovedì 13 gennaio proprio a Firenze in occasione di Pitti Uomo si terrà  un dibattito per presentare questo calendario che avrà come tema "La Forza della Natura. Incontro sulla Femmina al quale parteciperanno tra gli altri Paolo Crepet, Vittorio Sgarbi e Oliviero Toscani stesso e come unica voce femminile Marina Ripa di Meana. Uomini che spesso esercitano violenza verbale verso le donne e una donna nota sola per i propri matrimoni eccellenti e per una foto nuda in una campagna contro le pellicce.
Dobbiamo dire basta a tutto questo, lo devono fare tutte le donne orgogliose delle proprie teste e dei propri corpi, dobbiamo prenderci di nuovo i nostri spazi per raccontarci da sole, in rete, sulla carta e nelle piazze per non lasciare la narrazione delle nostre vite, dei nostri pensieri e dei nostri corpi in mano a persone che ci tolgono dignità"
Per illustrare la notizia, giornalisticamente parlando bisognarebbe mettere la foto del calendario, ma per quanto mi riguarda è molto più significativa l'immagine di Amnesty International per la sua campagna contro la Violenza alle Donne.

Elena Vaccarino

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