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Attualità e società e pari opportunità
I fatti, gli avvenimenti, i cambiamenti sociali, la cronaca che coinvolgono il variegato mondo delle donne
Attualità e Società
25 Novembre 2010
Rapporto dei Centri antiviolenza dell'Emilia Romagna
Le associazioni del Coordinamento presentano i dati raccolti in un anno di lavoro per la lotta al fenomeno della violenza alle donne
Il Coordinamento, nato con lo scopo di costruire un’identità comune che sviluppi progettualità e visibilità dei Centri antiviolenza e delle Case delle donne della regione Emilia-Romagna, è costituito da 10 associazioni che condividono formazione, buone prassi, confronto metodologico, progetti e campagne di sensibilizzazione per il contrasto alla violenza alle donne e alle/i loro bambine/i. La principale attività di ogni singolo Centro a livello locale resta tuttavia il lavoro di accoglienza e di ospitalità alle donne vittime di violenza. Da un decennio i centri antiviolenza lavorano in rete per portare all’emersione del fenomeno della violenza maschile sulle donne agita all’interno della famiglia. Una violenza che rivela come ancora oggi esista una disparità di potere tra uomini e donne. Svelare quello che avviene “nelle segrete stanze” non solo rafforza le vittime, ma restituisce loro la parola e possibilità di azione, ridimensionando il potere di controllo e minaccia di chi agisce il maltrattamento.
Nel 2011 saranno divulgati i dati statistici sulla violenza e il maltrattamento alle donne raccolti all’interno del progetto “Osservatorio regionale sulla violenza alle donne in Emilia-Romagna”. Il progetto – che coinvolge i centri aderenti al Coordinamento e altri soggetti del privato sociale che si occupano di violenza alle donne – è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, ed è la quarta indagine conoscitiva realizzata nella nostra regione.
I dati raccolti dai Centri antiviolenza ogni anno denunciano che le violenze nei confronti delle donne sono agite nell’80% dei casi dal partner o ex partner, o comunque da una figura maschile che rientra nella sfera parentale o amicale. La decisione di separarsi può esporre le donne a un aumento di intensità delle violenze, perciò è necessario costruire insieme a loro piani di protezione che prevedano anche il ricorso agli strumenti di legge volti a contenere i maltrattanti: ad esempio l’ ordine di allontanamento e l’ammonimento attraverso la legge contro lo stalking.
I dati sulle uccisioni delle donne (raccolti dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna) denunciano dal 2005 un aumento progressivo dei femminicidi in Italia: 101 nel 2006, 107 nel 2007, 113 nel 2008, 119 nel 2009. L’estate 2010 è stata caratterizzata da una sequenza quasi quotidiana di donne assassinate perché avevano rifiutato una relazione o avevano deciso di separarsi. In Emilia-Romagna sono avvenuti fatti gravissimi nell’ottobre scorso: l’assassinio di Begum Shahnaz e l’aggressione violenta alla figlia Nosheen. E ancora, le violenze a donne nei giorni scorsi a Imola, Modena e l’arresto a Bologna di un uomo che ha assassinato la compagna in Calabria.
A fronte di un fenomeno che registra un generale aumento delle richieste di aiuto e di gravità dei casi, le risorse a sostegno dei centri antiviolenza rischiano di subire i tagli dovuti alla crisi: sostenere adeguatamente chi aiuta le vittime è il primo atto di responsabilità sociale da parte dei governi locali e nazionale. Inoltre, un intervento complessivo e integrato a sostegno delle donne che subiscono violenza e i/le loro figli/e è l’obiettivo che i centri antiviolenza si sono posti da tempo: per questo il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna intende proporre alla Regione Emilia-Romagna un Piano Regionale contro la violenza alle donne, che si raccordi al Piano Nazionale Antiviolenza che verrà annunciato domani dalla Ministra Mara Carfagna.
Si riportano di seguito i dati raccolti dalle varie associazioni appartenenti al Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna.
Dati delle donne e dei minori accolti o ospitati a causa di violenze o maltrattamenti dalle associazioni appartenenti al Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna nel periodo dal 1° gennaio al 31 ottobre 2010
Dal 1° gennaio al 31 ottobre 2010 sono state 2.277 le donne vittime di violenza accolte nei centri antiviolenza aderenti al Coordinamento dell’Emilia-Romagna. Sul totale delle donne accolte, 1.461 sono di nazionalità italiana, mentre 809 di nazionalità straniera. Nelle case rifugio per donne vittime di violenza sono state ospitate 101 donne e altrettanti minori, per un totale di 202 ospiti. Rispetto allo scorso anno, i dati sono stabili.
|
Nome Centro
|
Donne accolte 2009 (nuove + dagli anni precedenti)
|
di cui: italiane
|
e straniere
|
Donne ospitate
|
Minori ospitate/i
|
Totale ospiti
|
|
1.
|
Casa delle donne per non subire violenza onlus Bologna
|
519
|
342
|
177
|
17
|
18
|
35
|
|
2.
|
Sos Donna Onlus Faenza
|
141
|
91
|
50
|
4
|
5
|
9
|
|
3.
|
Centro Donna Giustizia Ferrara
|
262
|
174
|
88
|
13
|
12
|
25
|
|
4.
|
Demetra – Donne in aiuto Lugo
|
74
|
44
|
30
|
6
|
7
|
13
|
|
5.
|
Centro contro la violenza Modena
|
244
|
132
|
112
|
8
|
4
|
12
|
|
6.
|
Centro antiviolenza Parma
|
178
|
98
|
73
(n.r. 7)
|
17
|
43 |
|
|
7.
|
Telefono Rosa Piacenza
|
129
|
86
|
43
|
2
|
3
|
5
|
|
8.
|
Linearosa Ravenna
|
358
|
256
|
102
|
19
|
12
|
31
|
|
9.
|
Nondasola Reggio Emilia
|
307
|
180
|
127
|
11
|
8
|
19
|
|
10.
|
Rompilsilenzio Rimini
|
65
|
58
|
7
|
4
|
6
|
10
|
|
11.
|
TOTALE
|
2.277
|
1.461
|
809
|
101
|
101
|
202
|
|
Elenco delle Associazioni del coordinamento
Casa delle Donne per non subire violenza di Bologna, Associazione SOS Donna di Faenza, Centro Donna Giustizia di Ferrara, Associazione Rompi il Silenzio di Rimini, Associazione Demetra-Donne in Aiuto di Lugo, Centro contro la violenza alle donne di Modena, Centro Antiviolenza di Parma, Città delle Donne di Piacenza, Associazione Linea Rosa di Ravenna e Associazione NondaSola di Reggio Emilia
Comunicato dell'Associazione SOS Donna
info@sosdonna.com
Associazione SOS Donna
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Istituto Psicoanalitico di Orientamento Lacaniano.
Formazione di laureati in medicina e di laureati in psicologia che scelgano di proseguire la loro formazione in psicoterapia, secondo la psicoanalisi freudiana orientata dall'apporto teorico-clinico datole da Jacques Lacan. Istituto riconosciuto dal MIUR con DM 25.11.2011.Casa Ubaga, un luogo nell'entroterra ligure dove circolano saperi in condivisione
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